che giorno è ?

Profili .... di vite



 Autoritratto

La regola basilare del comunicare? Conoscersi e scambiarsi il primo approccio di relazione. Mi presento, Donatella , prof in pensione da appena due anni. Ma sembrano tanti quelli che mi separano dal mondo della scuola, un mondo che ho amato soprattutto per gli scambi emotivi ed empatici che si sono stabiliti tra me ed i ragazzi e le ragazze, per quelle curiosità che ho suscitato nelle loro menti e nei loro cuori, per le esperienze vissute insieme, anche al di fuori delle aule scolastiche
Qualche riflessione di Donatella sulla vita da pensionata? Certamente i ritmi sono più dilatati e meno convulsi, non c'è più la corsa con l'orologio, gli orari delle lezioni, le problematiche anche assai complesse nel valutare i risultati ottenuti con tanti sforzi da alunni e alunne. Ora come vengono scanditi  i momenti della mia giornata?  Da azioni anche piacevoli, quali organizzare qualche visita ad amiche ritrovate, fare un programma per una escursione turistica, visitare qualche mostra interessante o godere di qualche bello spettacolo di musica o di teatro, “navigare” in internet per portare a termine qualche ricerca su argomenti che la incuriosiscono, appassionarsi alla “creatività” dei blog, tanto da provare a costruirne uno, questo che sta prendendo vita.  E  allora, cari amici ed amiche che verrete ad incontrarla in “rete”, la prof “creativa” vi aspetta e spera che attraverso il suo piccolo “sito” si possano scambiare pensieri e … parole, ricordi e “frammenti” di idee ! Un piccolo cadeau ai visitatori del mio blog? Qualche verso dedicato alla sua città natale, la bella Todi.




 



Todi l'etrusca

      
Todi l'etrusca sorge là sul colle,
a baluardo e esempio di fierezza,
piena di storia e di ricordi antichi.
Chi la visita apprezza le sue chiese,
che custodiscono affreschi e belle tele.
I panorami, insieme ai suoi templi,
ti fanno rimaner senza fiato.
Stanotte, a plenilunio risplendente,
ognipalazzo o arco o torre avita
aveva una magìa tutta speciale
degna di una città antica e bella
che merita pensieri e citazioni,
riflessioni, poesie e anche parole
le più semplici di una cittadina
che torna là, a viverci per sempre.
                                                                                                                                                                                   


                                                      










Ora vi racconto una storia



Una persona  “speciale”


Quando arrivò la nuova insegnante di sostegno nella  classe, un gruppo di ragazzi e ragazze geniali, simpatici, pronti ad accogliere le iniziative culturali della loro prof,  subito si stabilì un feeling immediato di simpatia e di empatia.

Ragazza semplice, dal fisico asciutto, olivastra di carnagione , capelli corti e zero trucco, dall’abbigliamento sportivo non ricercato, dette subito l’impressione di una persona pratica, poco amante di fronzoli ed orpelli; fu  modesta nel presentarsi, ma ricca di umanità e di competenze “relazionali”. Ascoltò con attenzione i progetti  che erano stati proposti nella programmazione annuale , stabilendo subito un rapporto profondo con la classe, conscia che il suo contributo non dovesse essere rivolto solamente alla ragazza a lei affidata , ma a tutto il gruppo nel quale doveva aiutarla ad  inserirsi. Le lezioni diventarono piacevoli ed interessanti per i suoi  interventi precisi e puntuali: infatti Elena, docente di matematica, arricchiva con le sue conoscenze ed il suo modo pacato i momenti di didattica e di verifiche. 




 Sempre disponibile al dialogo, seria nel portare avanti con convinzione le proprie idee, affiancava con attenzione le lezioni cosiddette “curricolari”, condividendo, soprattutto con la collega di lettere, quelle attività “collaterali” che rendevano spesso meno pesanti le lezioni di grammatica o di sintassi. Così si studiava la Divina Commedia, insegnando a recitare quei versi danteschi un po’ inusuali, si partecipava a concorsi nei quali doveva essere utilizzato anche il disegno, si facevano “drammatizzazioni”  in teatro. Poi venne il campo – scuola a Ventotene: esperienza esaltante, bellissima, molto positiva.


 I panorami dell’isola, gli scorci mozzafiato, le bellezze archeologiche, gli animatori bravi e competenti, tutto contribuì a rendere quella vacanza – studio indimenticabile.
 


Anche in quell’occasione Elena si distinse per la cura con cui affiancava la “sua” Giulia , la incoraggiava, le stava vicino in ogni momento; vedemmo l’alunna diventare più autonoma e più sicura di sé, capace, pur avendo difficoltà di deambulazione, di muoversi con disinvoltura sia in spiaggia, nei momenti del bagno, che nelle escursioni nei vari siti dell’isola. Ecco, questa persona “speciale” ha lasciato un ricordo molto forte sia nei ragazzi che nei colleghi che la ricorderanno sempre, anche adesso che sappiamo essersi trasferita negli Stati Uniti. Bye Bye, Elena! See you later! 









Sorelle



Sono ormai attempate ma vitali
ancora "vispe" e molto combattive,
anche se quelle frecce da scoccare
possono presentar punte spuntate,
data le impervie vie della vita
che le han messe, a volte, a dure prove.
Son “toste”, sono pur sempre Sagittarie,
con l'arco vieppiù teso a parar “botte”,
si sono ben difese nelle lotte
uscendone più esperte, ma indurite,
pur mantenendo l'animo gentile
che fa lor preferir musica e versi.






















Se poi le esperienze son diverse
per percorsi voluti dal Destino,
non per questo i contatti sono persi
perché, oltre a quel segno zodiacale
che le vede risorgere e sperare,
c'è di fondo natura "gemellare"
che deve esser tenuta sempre in conto.
Quando da giovani organizzavan feste
festini, gite e modi di trastullo,
una faceva il "braccio", mentre l'altra
con la mente pensava a realizzarli,
sicura d'esser sempre in sintonia.


















Sulla "scena"? Giammai una sbavatura
perché l'ingegno e la gran bravura
le rendevano forti e molto unite;
con gli anni l'unità delle "gemelle"
è diventata un po' meno sentita
perché quelle esperienze della vita,
le han portato a viverla diversa,
hanno messo l'accento su quei toni
che dettero carattere e vigore,
rendendo non più uguali le persone
che, crescendo, avevano uno specchio
in cui rifletter sempre il proprio Io.


Una, quella il cui ruolo era  stabilito
di sorella maggiore, sol di nome,
apparve alla sua "gemina" assai spesso
un grande punto di riferimento,
ma anche di figura speculare
che non dovesse, poi, esser d'impiccio
nel riferirsi a lei come un esempio
di equilibrio o di forza più vitale;
l'altra, a cui fu dato poi quel ruolo
di più debole, era la "piccolina",
che appariva inadatta ad ogni sforzo,
bisognosa di tutor e di sostegno.





Passarono molti anni, anzi parecchi,
volati come foglie con il vento;
 la scelta dei mariti fu guidata
sempre da quel Destino molto attento
che fece, poi, incontrare, guarda caso,
due Capricorni di origine lucana.
L'una prolificò, dando alla luce
prima Matteo, l'indiscusso erede
e di seguito, poi, quei Giulio e Marco,
che vanno fieri d'essere gemelli,
uguali e anche diversi, come è giusto,
per una vita sana e armonizzata.



L'altra non ebbe figli, ma rimase,
in maniera del tutto naturale,
quel tale punto di riferimento,
suo malgrado, ma sempre con “amore”.
La vita è scorsa, dunque, assai veloce,
si son trovate "vecchie" in un baleno,
"cariche" d'anni, ma giovani e "grintose"
nell'animo e nel cuore sempre "acceso",
pronte  a spronarsi sempre per la vita,
quella di "mezza età" che ormai le attende:
che sia più dedicata a loro stesse,
ai loro ideali più segreti,
ai tutti i desideri mai appagati,
ed a quei sogni quasi mai espressi.


                                  

     

Incontri importanti

Maria Pia, Celeste, Rita, tre incontri occasionali, tre donne, diventate poi sue amiche, che hanno lasciato il segno, ognuna con la propria spiccata personalità: l’una raffinata ed esperta bancaria, l’altra intelligente e pronta funzionaria di un Ente, la terza elegante e creativa casalinga.
Maria Pia veniva da Biella, opulenta  provincia piemontese, tutto denotava in lei natali di ricca borghesia; infatti aveva l’eleganza nei tratti, la raffinatezza nell’abbigliarsi, senza mai un eccesso, la precisione in ogni particolare, dal trucco, al modo di acconciarsi i capelli, all’accostamento degli accessori. La conoscenza era avvenuta sui campi di sci: lei, amante della montagna, era in vacanza con  il figlio Luca, un ragazzone di 13 anni, aperto e simpatico. Tutto avvenne spontaneamente, un saluto, qualche battuta sul tempo; qualche volta salivano insieme con la seggiovia verso le vette più alte, ma lei, provetta sciatrice, andava oltre, verso le piste ”nere”.

Si ritrovavano la sera, a commentare la giornata, ad ammirare, dalle vetrate dell’albergo, il bel panorama delle Dolomiti: e lì davanti a quell’incanto della natura, a quella maestosità così imponente, erano venute le prime confidenze, il primo approccio di scambi e di opinioni. Si ritrovarono a raccontarsi le proprie diverse esperienze di  vita: l’una era separata, l’altra felicemente sposata; l’una bancaria , l’altra insegnante; l’una del Nord, l’altra del Sud. Ma nonostante tali diversità, uguale fu il modo di analizzare e commentare i loro “vissuti” , con la stessa spontaneità e la stessa sincerità che si sarebbero usate se fossero state sorelle. Le giornate trascorrevano con la stessa cadenza, piacevolmente impigrite dai ritmi di quella vacanza in alta quota. Quando si salutarono, lo fecero col desiderio di rivedersi là, per trascorrere nuovamente insieme giornate felici. Ed infatti ogni anno, nello stesso periodo, l’amicizia si rinnovellò con la stessa intensità e lo stesso desiderio di ritrovarsi.


 
Celeste, donna sensibile e gentile, divenne confidente un giorno al mare: pacatamente, sotto l’ombrellone, le raccontò le sue disavventure di salute, i suoi disturbi di cuore e di pressione. Tutto filtrato da ricordi vivi, da accenni non drammatici, sereni, quasi che quegli eventi non la riguardassero: con distacco, quasi che li guardasse dal di fuori, i momenti difficili apparivano ormai superati, anche se alcune conseguenze la limitavano, non potendo camminare a lungo ed avendo disturbi alla vista. La simpatia tra le due donne fu immediata, come se avessero da sempre condiviso gioie e dolori: fu piacevole commentare un libro appena uscito, rileggendone i passi più significativi, fu gradevole passeggiare sulla riva, confidandosi anche quei segreti che non apparivano più tali, perché affidati alla discrezione di Celeste e della nuova amica. Diventò una bella abitudine, anzi oramai una consuetudine, perché l’amicizia continuò anche in città con incontri periodici tanto vivo era il desiderio di rivedersi. Lo star bene con se stessi e con gli altri è quella sensazione di benessere che non sempre si prova:  le due donne avevano trovato nel loro legame un significato profondo da dare alla vita, quello di guardarsi negli occhi e di capirsi.


 
Rita, donna di classe e gran signora, la conobbe perchè compagna di un amico. Il frequentarsi divenne simpatia, poi un giorno al mare, in un ottobre romano splendido ed assolato, con altre amiche e amici, sorbendo un caffè, si organizzò un viaggio in Sicilia dove lei aveva una casa, abitata solo d'estate per le vacanze. Il suo offrire ospitalità fu così spontaneo che l'entusiasmo si diffuse nel gruppo; avrebbero passato il capodanno in una località che dopo qualche anno sarebbe diventata famosa per i romanzi di Montalbano: Puntasecca. I mesi che separarono della partenza servirono per mettere a punto i dettagli: prendere in affitto un Ford Transit per 8 persone, preparare i piumoni perchè là c'erano solamente coperte leggere, rileggere guide per decidere i siti archeologici da visitare. La comitiva giuse a destinazione il 30 dicembre, con la pioggia ed una mareggiata così forte che le onde coprivano, con il loro spumeggiare, il piccolo golfo e le stradine del paese. Ma l'atmosfera  gioiosa e felice non fece avvertire il freddo: il calore della casa, la cordialità di Rita, la conoscenza con i suoi amici, Giovannella ed il marito, fecero ed il resto e quella vacanza divenne indimenticabile.

                                            


 Serena l'amica "storica"

Prof tecnologizzata?



                      

 Casalinga  accurata?         
                                                                   

All’amica del cuore qualche verso

che rinnovelli tempi un po’ remoti,

quando allor ci incontrammo, giovinette,

e subito iniziò, spontaneamente,


quella “corrispondenza d’amorosi sensi”

che ci accompagna ormai da tanti lustri.

Ci legò la cultura, cara amica,

quel modo assai garbato di parlare,


la compagnia piacevole e pacata,

anche il solo piacer di passeggiare,

guardando le vetrine, ricordando

i “vissuti” assai simili negli anni.


Che dire ancor del tuo animo gentile,

del tuo equilibrio messo a dura prova

da vicende, un po’ dure, della vita?

Sei sempre lì, a dispensar consigli,


a guardar oltre, con grande bonomia,

con la voglia di viverla, la vita.

Un augurio, quello che tra tant’anni,

ci si possa trovar ancora insieme,


ricordando con gioia tutti gli anni

che ci videro sempre assai vicine,

pur solo col pensier, perhè l’affetto

ha pervaso da sempre i nostri cuori.
 
 




 Ritrovarsi in ... rete
 
"Tu chiamale se vuoi, emozioni". Quali? Quelle che si provano ad incontrare su FB, questo social network da molti demonizzato, una ragazza "speciale", di quelle che ti rimangono nel cuore e nella mente. Per il lavoro di Donatella, che ha svolto il suo ruolo di docente in una scuola di "frontiera", gli incontri con i ragazzi e le ragazze sono stati tutti "speciali" ed importanti; come dimenticare infatti le problematiche affrontate con quegli adolescenti, desiderosi di trovare nell'insegnante un punto di riferimento necessario nel momento difficile del passaggio dall'infanzia all'adolescenza? Quante discussioni, chiarimenti, lezioni dedicate a curiosità culturali che potevano dissipare tutti quei dubbi che spesso è più facile esporre e condividere con compagni di scuola e non con i genitori! Tutto questo faceva parte dei ricordi che la prof Fedele ha visto riaffiorare alla mente quando ha avuto la "richiesta" di amicizia proprio inaspettata di una simpatica ragazza che era stata nel lontano 1997 sua alunna in quella scuola un po' difficile dove aveva trascorso  molta parte della propria carriera. Quel quartiere migliorato negli anni ospitava ora anche palazzine signorili abitate da persone di ceti medi; la fanciulla, già abbastanza matura e culturalmente più avanti rispetto a tanti suoi compagni e compagne di classe, proveniva proprio da quel ceto medio andato ad arricchire le periferie delle grandi città dove si andavano costruendo quartieri residenziali. Ogni lezione veniva affiancata da osservazioni puntuali e precise: Ilaria era sempre attenta a cogliere la parte più interessante delle discussioni, approfondendo le proprie osservazioni con ricerche che la appassionavano e che la facevano emergere all'interno del gruppo/classe, dove eppure c'erano bei "cervelli": Irene, Marco, Veronica Maria . 
 
          
 
 
Qualche altro ricordo indelebile? Il viaggio a Barcellona per il Progetto Comenius: soggiorno fantastico ed interessante proposto a tutta la classe che fu ospitata dalle famiglie dei ragazze e ragazzi catalani.
 
 
 
Quei giorni passati in Spagna furono ricchi di tantissime emozioni: il viaggio in aereo che per molti era il primo, la conoscenza con professori stranieri, le escursioni in città dove i ragazzi e le ragazze italiane poterono apprezzare la bellezza delle abitazioni signorili progettate da Gaudì, la visita alla Sagrada Familia, al quartiere del Montjuic con le costruzioni delle Olimpiadi del 1982, al Museo delle Scienze con il pendolo di Foucault.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Disegni delle varie abitazioni progettate ed eseguite da Gaudì a Barcellona
 
Ecco, le emozioni riaffiorano nell'animo e nella mente e l'incontro casuale in "rete" ha riportato quella "prof" indietro negli anni, facendole rivivere momenti importanti e significativi: la vita è fatta di incontri, di piccoli e grandi eventi,di esperienze felici o poco fortunate, di feeling che spontaneamente si stabilisce anche tra allievi e docenti, di sensazioni ed emozioni che è bello ricordare e rivivere anche solo con il ricordo.
 
 
 
 
 
 


 


                                                                                        













5 commenti:

  1. bei pensieri e bei versi nel rammentare il percorso comune....

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  2. INCONTRI...VISSUTI

    In quegli anni di grandi “turbamenti”
    Niente poteva essere “impedimento”
    Al trascorrer ondivago del tempo…
    Men che meno la figura parentale
    Portata ad esempio più vitale.
    Ma si chiese allora e dopo ancora
    Quali “mali interiori” avean operato
    Facendo apparire debolezze
    Quelle che erano dell’essere “incertezze”?
    Sconfitta fu subdola anoressia
    e come sagittaria con intuito
    “rari nantes in gurgite vasto”
    Senza saper nuotar eccomi a …galla!!!

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    1. Il nostro "incontro" è stato importante da sempre. Non fare la gelosa chè non ti si addice!!!!

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  3. Mbe'....buon compleanno anche se non sono nè M.P. o C. o S. o R.
    gli "Incontri importanti"
    simonetta

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  4. Il nostro incontro è stato importante da sempre!Non fare la gelosa chè non ti si addice!

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